sabato 10 maggio 2008

CONTROLLO E MANIPOLAZIONE DELLE MENTI


Al giorno d’oggi si sente spesso parlare di “controllo e manipolazione della mente”, soprattutto quando si tratta l’argomento “mass media” ovvero mezzi di comunicazione. Manipolazione delle notizie, manipolazione dell’informazione, messaggi subliminali, condizionamento mentale al fine, di avere il controllo sull’opinione pubblica.

Per far si che si pensi tutti allo stesso modo, con gli stessi gusti, le stesse abitudini e reazioni, insomma una sorta di esercito di burattini, non molto difficili da far muovere con i fili.

Numerose ricerche, hanno dimostrato le varie subdole forme di condizionamento e controllo mentale provenienti dalla tv, dal cinema dai cartoni animati, dai giornali, riviste, libri etc.. ma non solo… Inoltre ci vengono controllate le telefonate, gli sms, le email, chi più ne ha più ne metta!!!

Studi e ricerche, che ci hanno fatto arrivare a soprire l’esistenza di una Carta D’Identità computerizzata, sottoforma di biochip, che viene impiantato nei futuri neonati, senza il consenzo dei genitori, ma anzi a loro insaputa che garantirà il facile reperimento di tutte le informazioni riguardanti l’individuo come il suo DNA, le sue caratteristiche fisiche e mentali e sarà facilmente rintracciabile grazie ad un sistema di sorveglianza che verrà gestito in toto dalle suddette agenzie di vigilanza, dal Ministero della Difesa americano e, addirittura, dalle polizie locali, ma no solo, grazie a questo biochip, sarà possibile modificare le emozioni delle persone, che lo hanno all’interno,(tramite microonde) per poterli tenere sotto controllo anche emotivamente parlando, potendo così evitare, determinati comportamenti ritenuti scomodi, modificando appunto le emozioni che li precedono.

Ogni individuo potrà essere monitorato 24 ore su 24 e si avrà anche la facoltà di individuare anche i Crimini Potenziali non ancora commessi ma prodotti dalla mente di qualcuno, grazie alle leggi del sospetto, così da poter essere arrestati ancor prima di poter commettere il reato, senza la possibilità di difendersi, con l’ausilio di prove a suo favore.

In America lavorano ormai da più di mezzo secolo al programma di controllo e manipolazione mentale. Risalgono, infatti, agli anni ’20 i primi esperimenti che avevano come scopo il controllo radio del cervello su individui che si trovavano in una stanza adiacente a quella del professore o in stanze ancora più lontane.

Altri esperimenti consistevano nella somministrazione di LSD (Acido Lisergico) e barbiturici, fino a far dormire la persona per 65 giorni di seguito, procedendo con la riprogrammazione della mente con messaggi ripetuti in continuazione per diverse ore del giorno.

Questo processo risultava essere molto utile, per esempio a “programmare” i soldati durante le guerre, o meglio a trasformarli in macchine privi di sentimenti o scrupoli.

Il passo successivo è una ricerca effettuata da un Distretto della Columbia, dove si afferma il successo ottenuto nel realizzare un “Mezzo Biologico di Comunicazione” ovvero un “…mezzo attraverso il quale le informazioni di media importanza possono essere somministrate a umani utilizzando altri sensi diversi dalla vista e l’udito…”!!!

La Cibernetica (questa tecnica di controllo e manipolazione mentale) insomma può essere usata per plasmare il carattere di un bambino, per inculcare conoscenze e tecniche, per istituire un sistema di esperienze comuni, per stabilire l’andamento del comportamento sociale…

In passato si è parlato anche di armi invisibili “…molto più pericolose delle distruzioni atomiche”, in grado di trasformare, dare forma, comandare l’uomo robot. Penso che il più grande pericolo per il futuro…sarà che avremo robotizzato esseri umani i quali non saranno affatto coscienti del fatto di essere stati robotizzati”.
Già come accennato prima, in America, questo fenomeno grazie ai biochip, esiste!!!

Un ‘altra manipolazione indotta è data dai SATELLITI “Killer”, quelli cioè che irradiano onde elettromagnetiche su porzioni di territorio per colpirne gli esseri che lo abitano fino, in alcuni casi, ad indurne la morte. Esiste anche un’ulteriore via, quella del “terrorismo telepatico” ovvero intaccare parti di cervello di un individuo legate alla memoria e indurlo in uno stato di schizofrenia a seguito della continua percezione di voci all’interno della sua testa. Questi ultimi casi risalgono alla metà degli anni ’70.

Forse rinunciare all’ignoranza, prendere atto di quello che ci circonda ci può portare ad un alto livello di coscienza e consapevolezza in grado di contrastare queste azioni che hanno come unico scopo quello di creare un popolo schiavo, svuotato di ogni tipo di attività emotiva e cerebrale, che debba servire solo ad arricchire e ad accrescere il potere dell’élite.

Per fortuna molte più persone si stanno “risvegliando” e acquisiscono, soprattutto grazie ad una corretta informazione, la capacità di analizzare gli eventi dell’attualità. Grazie alla capacità nel ricomporre i tasselli del mosaico e di comprendere i meccanismi che regolano la nostra realtà si diventa liberi. Ciò che regola il mondo è la sete di potere infinita e senza regole di un ristretto gruppo di persone. Questo piccolo gruppo, ma molto furbo e potente è quello che ha le possibilità ed i mezzi per far apparire le cose in modo tale che ci sembrino buone ed accettabili, cose che sembrino mettere al centro il benessere di ogni individuo, così da non contrastare i loro piani di dominio, ma di diventarne parte. La verità è che quelle cose non sono né buone né accettabili.

Amore per la verità...unico mezzo per la libertà.


Sisters

venerdì 11 aprile 2008

un viaggio difficile...

Come va?
Ho iniziato questo percorso alla ricerca del mio benessere...da circa un anno.
Quando la vita ti porta a confrontarti con periodi di crisi interiore, ai quali non sai dare una reale spiegazione, si comincia a guradarci intorno ed a cercare delle risposte.
Tutto questo fermento, non è solo negativo, non è solo sofferenza, ma anzi spesso è necessario per trovare delle risposte importanti, vivere esperienze forti che piano piano ti portano ad una sempre maggiore consapevolezza e conoscenza.
Creto è la via più semplice vivere "anestetizzati", sicuri nelle nostre emozioni e sentiemnti di sempre, che conosciamo bene, ma che forse, anche se così familiari, non ci fanno stare così bene...
Il vero viaggio secondo me è dentro di noi.
Certo un bel viaggio, un bel paesaggio possono aiutarti a stare meglio, quando le cose non vanno, ma se non riusciamo a ritrovare un bel paesaggio anche dentro di noi, fuggire via non è mai la soluzione ma solo l'illusione della soluzione!
Scavare dentro di noi, Scoprirci, mettere a nudo le nostre paure, le nostre preoccupazioni, le nostre tristezze, non è così semplice e soprattutto ci vuole molto tempo...ma credo sia la strada più giusta che ti "porta" al vero scopo della tua vita...essere sereno e consapevole.
Questo mettersi in discussione, ti porta a cercare ed a trovare sempre delle risposte, attraverso esperienze, incontri,libri... perchè non siamo mai soli, e se siamo disposti a metterci in gioco, ad intraprendere il vero viaggio, troveremo sempre l'aiuto necessario.
Se volete condividere i vostri "viaggi", passati, presenti o futuri, mi fa molto piacere...

Un caro saluto e a presto

Sisters

sabato 5 aprile 2008

INTERVISTA!



Intervista allo psicologo americano Rick Jarow, autore di "Crea il lavoro che ami".
Haven Iverson


Molto noto negli Stati Uniti Rick Jarrow propone un approccio alternativo alla ricerca del lavoro, un orientamento ‘anti-carrieristico’, sicuro e dinamico che conduce ad individuare ed incoraggiare l’espressione della vera identità personale nel mondo del lavoro.


Quando ha iniziato a occuparsi delle problematiche relative alla scelta del lavoro?

Rick Jarow
: È stata una questione di sincronia, questo del resto è il mio approccio nei confronti di qualsiasi cosa. Mio padre odiava il suo lavoro; poi, quando avevo circa quindici anni, ha finalmente iniziato a fare quello che desiderava.
C'è stato immediatamente uno straordinario miglioramento nell'atmosfera domestica. Fu in quel momento che mi resi conto che l'approccio che ognuno ha nei confronti del lavoro - incluso il mio - è fortemente influenzato dalla storia familiare. Di questo dobbiamo tenere conto quando riflettiamo sul futuro della nostra vita lavorativa. Ho iniziato a lavorare solo dopo la scuola. Continuavo a dire a mio padre che volevo fare come Siddhartha - vivere in modo semplice, lungo un fiume; ma lui mi continuava a ripetere che non era possibile, che per vivere era necessario lavorare.

Mi ricordo che a diciannove anni, quando andai per la prima volta in India il padre della mia fidanzata mi guardò con un'espressione di scherno, dicendo: "Come andrebbe avanti l'economia del paese se tutti facessero come te?". In realtà, durante il mio viaggio in India vissi sulla mia pelle la contraddizione tra spiritualità ed efficienza. C'era molta spiritualità, ma le cose non funzionavano bene, almeno dal mio punto di vista occidentale.

Quando sono tornato in America, per iniziare quello che poi è diventato il mio lavoro, mi resi conto dell'incapacità del mio paese di integrare la pratica contemplativa con uno stile di vita e di economia occidentale. Mi resi conto che se volevamo avere un qualche tipo di trasformazione spirituale, era necessario rivedere interamente il modo di pensare il lavoro.

Questo porta immediatamente al suo concetto di "anti-carriera". Cosa intende con questo termine?

Rick Jarow
: Uso il termine "anti-carriera" in antitesi con quello che si intende comunemente per carriera professionale e che provoca sofferenza, stress e una competizione continua per migliorare la propria posizione. Sono fin troppe le persone che immolano le loro vite sulla croce del lavoro.

Dobbiamo, invece, fare in modo di trovare una dimensione coerente, direi "olistica" alla nostra vita, dove il lavoro costituisce solo un aspetto e non l'intera nostra esistenza.

Quindi quello che insegna e di cui parla nel suo libro è qualcosa di più di come trovare il classico "buon lavoro".

Rick Jarow
: Sì, perché trovare un "buon lavoro" non risolve affatto il problema. Anzi, è proprio questa l'illusione più grande. Pensa a tutte le persone che hanno quello che si definisce un ottimo lavoro e che sono profondamente infelici. Nel mio libro parlo della capacità di "allineare" la propria vita in maniera che il lavoro rifletta le proprie priorità, la propria natura interiore, quello che ognuno sente profondamente di essere. Il lavoro dovrebbe servire da supporto alla crescita umana e non ostacolarla, come invece accade.

Allora, qual è il segreto? Come si fa a creare il lavoro che si ama?

Rick Jarow
: Prima di tutto, vorrei che si dimenticasse l'idea del "come si fa", perché è proprio lì che iniziano le difficoltà. La nostra è diventata la cultura del "come si fa"; sembra che per ogni cosa esistano "dieci facili passi da fare per...". Poi quando riusciamo a realizzare quello che desideravamo, ci accorgiamo che non c'è stata una vera trasformazione.

Non bisogna partire dal punto di vista dell'ego, si tratta piuttosto di entrare più profondamente in un processo di creazione. Quando si procede in questo modo, allora sì che emerge il lavoro o la vocazione che si cercava. È questa la direzione da seguire.

Nel suo nuovo corso in audio, approfondisce il concetto di "lavorare con i chakra". Non è insolito tutto questo per un ex-docente della Columbia University?

Rick Jarow: Sì, alcuni pensano proprio così.

Allora la domanda ovvia è: qual è il rapporto tra chakra e lavoro?

Rick Jarow
: Non c'è un rapporto diretto. I chakra forniscono un modello interculturale di integrazione mente-corpo relativamente facile da capire. Se si utilizza quest'approccio, si evita di perdersi nella nozione che il lavoro sia qualcosa di separato dal resto della vita. Quindi invece di chiederci in che modo i chakra hanno a che fare con la nostra carriera, dovremmo chiederci in che modo essi hanno a che fare con la nostra vita.

L'aspetto più importante del modello dei chakra è il fatto di non essere un modello basato sull'ego. Non è un modello basato esclusivamente sul mondo di fuori, ma nemmeno sul mondo interiore. Piuttosto è basato sull'interezza dell'essere. Ciò permette di pensare al proprio lavoro in termini universali.

Potresti fare un esempio di come funziona tutto questo?

Rick Jarow: Ricordiamoci che abbiamo a che fare con un processo di creazione. I chakra servono come "ancore". Attraverso la meditazione, la visualizzazione e i vari metodi di focalizzazione, s'impara a portare la propria attenzione ad un chakra particolare - e non solo intellettualmente, ma tramite il sentimento, l'intuito e la forza piena del nostro essere. In questo modo è possibile fare esperienza delle questioni fondamentali della nostra vita che sono localizzate in ciascun chakra.

Per esempio, il secondo chakra ci connette con la questione del sentimento opposto all'apatia. E qui l'idea è che ogni vocazione di successo deve essere spinta da passione e dedizione. All'inizio di questo mio percorso ero vittima dell'illusione romantica che il lavoro potesse derivare solo dalla gioia. Oggi, la mia esperienza mi fa dire che alcune delle professioni più prestigiose spesso nascono da frustrazione, rabbia o indignazione. Nessuna carriera è mai nata dall'apatia.

Lavorare sul secondo chakra aiuta a contattare i propri sentimenti per lasciarli poi scorrere liberamente. Aiuta a rendersi conto delle cose a cui si tiene di più. I chakra possono aiutarci ad uscire dalla nostra mente per entrare nel cuore della questione, cioè da dove proviene veramente il tuo lavoro. I chakra ci consentono di toccare le forze inconsce che stanno alla base della nostra vocazione e di allineare la nostra coscienza all'interno di esse.

In che modo la meditazione aiuta a trovare quello che lei chiama "lavoro giusto"?

Rick Jarow
: Questo è un punto molto importante. Molte persone pensano che basta inviare dei curricula e riuscire a definire le proprie qualifiche per trovare il lavoro della propria vita, senza preoccuparsi del loro mondo interiore. Quello che può fare la meditazione è aiutare a connettere il mondo interiore con il mondo esteriore. La meditazione può aiutare ad essere più presenti nel mondo e nel lavoro.

Possiamo usare la meditazione anche per trasformare coscientemente i nostri sogni e ideali in azione. La meditazione aiuta a mettere in connessione le due parti del cervello, quella ricettiva e quella attiva. Qualunque cosa si faccia, è di vitale importanza trovare il modo di integrare il proprio mondo interiore nel quotidiano.

Ci sono numerosi libri e seminari su come trovare un lavoro appropriato. In cosa differisce la sua proposta?

Rick Jarow
: Il mio approccio è molto differente non solo rispetto ai seminari promossi dalle grandi aziende, ma anche da quello che viene proposto dai tradizionali corsi di orientamento al lavoro. Primo, perché nel nostro lavoro vengono presi in considerazione anche gli stati alterati di coscienza, rispettando così l'intera dimensione dell'umano. Secondo, perché vediamo il lavoro come parte di una rivelazione, non come qualcosa che separa il mondo interiore da quello esteriore.
Terzo, il tradizionale orientamento al lavoro incoraggia ad elencare i propri talenti ed abilità per poi provare a combinarli con il mercato, trascurando quelle che sono le ricchezze interiori di ognuno, la storia familiare. Noi invece andiamo a scavare nell'intera discendenza, la cosiddetta chakra-radice.
Il mio lavoro si distingue da altri approcci anche perché non è focalizzato unicamente sul risultato, ma sul processo. E quando il processo è genuino, il risultato viene fuori spontaneamente. Per noi, il lavoro è qualcosa che fa parte della nostra crescita spirituale e non qualcosa da fare malvolentieri solo per guadagnarci da vivere.


Ti piacerebbe, attraverso il tuo lavoro, dimostrare al mondo intero le tue qualità migliori, le energie e le capacità che possiedi? Troppo spesso gli obblighi e i doveri finiscono col soffocare i nostri sogni e ci spingono a credere di non avere alternative a un lavoro o a una carriera ormai prestabiliti. In realtà le alternative ci sono, basta decidere una volta per tutte di uscire dal ruolo-capestro di “vittima delle circostanze”.

LOVE


Sisters




venerdì 4 aprile 2008

COME MANGIARE...


(…) Il cibo deve essere masticato il più a lungo possibile, fino a che sparisce dalla bocca senza bisogno di ingoiarlo. E' nella bocca che avvengono i processi più sottili, poiché essa assorbe gli elementi eterici, mentre gli elementi più grossolani scendono nello stomaco (…) ciò dimostra che la bocca ha assorbito gli elementi eterici, i quali nutrono il sistema nervoso.

La masticazione però riguarda il corpo fisico. Per il corpo eterico, bisogna aggiungere la respirazione. Mentre si mangia, ci si deve interrompere ogni tanto e respirare profondamente, per permettere al corpo eterico di ricavare dal cibo le particelle più sottili.

Ma se si sta parlando o discutendo, mentre si ingoia il cibo rapidamente e meccanicamente, il ritmo del respiro è disturbato e le reazioni fisico-chimiche non avvengono normalmente. Per nutrire il corpo eterico, si deve quindi mangiare in silenzio.

(..) Il corpo astrale si nutre di sentimenti ed emozioni, che sono costituiti da una materia ancor più sottile e più elevata delle particelle eteriche. Esso può essere nutrito con sentimenti d'amore verso il cibo, pensando che questo è una ricchezza, una benedizione e che è stato preparato nei laboratori del Signore. Quando il corpo astrale non è stato nutrito, poiché si è mangiato brontolando, criticando gli altri ed arrabbiandosi, ci si comporterà in seguito con durezza, nervosismo e parzialità e, se si hanno dei problemi difficili da risolvere, la bilancia penderà sempre verso il lato negativo ed ingiusto.

Il modo in cui si mangia è il miglior mezzo per ottenere la più perfetta trasformazione di se stessi.

Per nutrire il corpo mentale [ci si concentra su quegli esseri che si occupano] di ogni vegetale, di ogni pianta, di ogni frutto e sul fatto che, se questi crescono e maturano ad un dato momento, ciò corrisponde a determinate influenze planetarie. In questo modo anche il corpo mentale si nutre ed estrae dal cibo elementi superiori a quelli del piano astrale. Tutto questo procura contentezza, chiarezza ed una penetrazione profonda della vita e del mondo.

Ma l'uomo possiede altri corpi ancora più sottili. Il corpo causale, il corpo buddhico ed il corpo atmico. Questi corpi vengono nutriti se ci si lascia invadere da un sentimento di riconoscenza verso il Creatore

Riassumendo ecco le fasi di questa nutrizione:
- respirare (per il corpo eterico)
- mangiare il cibo con amore (per il corpo astrale)
- meditare su di esso (per il corpo mentale)
- ringraziare, per gli altri corpi ancora più sottili

Inoltre.. mai mangiare a sazietà. Non vi è nulla di peggio che alzarsi da tavola completamente sazi, perché questo ci appesantisce e ci materializza. Quello che certamente non sapete è che la fame prolunga la vita, la rinforza, la migliora.

Se vi alzate da tavola con un leggero appetito, date un impulso al corpo eterico, il qual, non avendo trovato nel cibo abbastanza elementi eterici, cerca di attirare e di assorbire dall'atmosfera questi elementi che gli mancano. Se volete potete chiamare questi elementi vitamine, ormoni eterici…
Il corpo eterico trova tali elementi e li assorbe, tanto che, qualche minuto dopo, non solo non avete più fame, ma vi sentite più leggeri, più vitali, più disposti a lavorare.

Se il cibo dà vita all'uomo, è perché possiede già in sé una vita che gli è stata infusa dal Creatore, ma occorre esaltarla, svegliarla, riscaldarla con le nostre benedizioni e la nostra riconoscenza.

Si mangia per ricevere la vita che Dio, o se preferite la Natura, ha posto nel nutrimento.


Tratto da: "La nuova Terra", ed. Prosveta

Love Sisters



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giovedì 3 aprile 2008

L'influenza della mente sulla materia

Lynne McTaggart, conosciuta in italia per il suo libro "Il campo del punto zero" - Macro Edizioni 2003 (vedi vetrina a fine articolo) sta facendo un lavoro immane e certosino di raccolta di esperimenti e evidenze che provano il potere dell'intenzione. Il numero di guarigioni naturali, dimostra per es. quanto l’autoriparazione e il rinnovamento siano naturali per il corpo umano e questo accade più facilmente quando il paziente si assume piena responsabilità della malattia e della cura o, per dirla in altro modo, della vita che conduce. Quel che c'è di nuovo è che la McTaggart dimostra che non solo il nostro copione ha un effetto evidente sulla condizione in cui ci troviamo, ma anche il copione che ci facciamo degli altri influenza egualmente la loro condizione. Non rimane quindi che risolverci ad avere pensieri amorevoli e il più possibile gioiosi!

Per la maggior parte di noi quando si intraprende qualcosa di nuovo, così come quando si affronta un nuovo anno, si tirano le somme e si considera il nostro viaggio in tutta la sua complessità, ovvero dove siamo stati e dove stiamo andando. Questo processo dovrebbe cominciare dai nostri pensieri.

Quando la gente sostiene che i pensieri non sono così importanti, mi vengono in mente quei pazienti cosiddetti terminali i quali, nonostante i manuali di Medicina e le prognosi dei loro dottori, sconfiggono la malattia praticamente nottetempo, senza l’aiuto della Medicina contemporanea.

L’Institute of Noetic Sciences ha raccolto tutti i casi scientificamente documentati di guarigioni cosiddette miracolose. Benché l’opinione comune sia che tali casi siano rari, dare una scorsa alla letteratura medica in proposito è istruttivo.

Un caso su otto di tumore alla pelle guarisce spontaneamente, così come un caso su cinque di tumore genitourinario. Virtualmente tutti i tipi di malattia – inclusi il diabete, il morbo di Addison e l’arteriosclerosi, nei quali si suppone che restino irrimediabilmente danneggiati organi o parti vitali del corpo – sono guariti in modo spontaneo. Una piccola branca della ricerca riguarda i malati terminali di cancro, che con pochissimo o nessun intervento medico hanno sconfitto la malattia contro ogni previsione.

Benché tali casi siano etichettati come “remissioni spontanee” – come se improvvisamente la malattia avesse deciso di nascondersi, ma conservando la possibilità di presentarsi a ogni momento – in molti casi essi rappresentano un altro esempio della capacità del corpo di auto-correggersi, grazie al potere dell’intenzione.

Tutti proviamo meraviglia di fronte ai casi di remissioni spontanee (SR), perché anche i più illuminati tra noi sottoscrivono il paradigma del corpo-come-macchina. Secondo questo modello, ciò che è rotto resta tale fin quando un bravo meccanico non arrivi con la giusta chiave inglese o il pezzo di ricambio.

Il numero di SR, da solo, dimostra quanto l’autoriparazione e il rinnovamento siano naturali per il corpo umano. Casi su casi di remissioni spontanee riguardano persone che si sono trovate dinanzi a un blocco nella loro vita: stress continuo, traumi irrisolti, conflittualità prolungata, isolamento marcato, profonda insoddisfazione o muta disperazione (Am J Psychother, 1058; 12: 723). Spesso si tratta di persone che non sono più protagoniste della propria vita.

Molti casi di remissione spontanea sembrano verificarsi dopo un radicale mutamento psicologico che ripristina una vita piacevole e dotata di significato. Nella maggior parte dei casi, il paziente si libera della fonte di angoscia psicologica e si assume piena responsabilità della malattia e della cura. Ciò lascia pensare che alcune persone si ammalino perché perdono ogni speranza nella vita, ovvero perché hanno pensieri che non promuovono la salute.

Esse scoprono il significato perduto della vita. Suonano il pianoforte o fanno trekking in Tibet. Trovano un cammino che li riporta alla loro joie de vivre. Il fatto che la malattia sia curabile tramite un semplice cambiamento nel modello di pensiero ha implicazioni ancora più profonde: i pensieri casuali che tutti i giorni attraversano la nostra mente diventano, nell’insieme, l’intenzione della nostra vita. Se cambiare il nostro “nastro” interiore ci rende capaci di tenere sotto controllo malattie mortali, è probabile che il copione della nostra vita su noi stessi diventi la nostra realtà in molti altri modi, meno significativi.

Ma che dire del copione che scriviamo per i nostri cari? Quando pensiamo che nostro marito sia poco affettuoso o i bambini poco bravi in matematica, stiamo inconsciamente scrivendo il copione per loro? I nostri pensieri hanno lo stesso effetto sugli altri e su noi?

Lo psicologo William Braud è uno dei pochi scienziati ad aver affrontato questa domanda. Egli ha raccolto un gruppo di volontari e ha chiesto loro di fare biofeedback su se stessi. Dopo aver diviso per coppie il gruppo, ha collegato un membro di ciascuna coppia alla macchina per il biofeedback, ma ha chiesto all’altro partner di rispondere alle letture ed eseguire l’invio di istruzioni mentali.

Secondo i dati di Braud, i risultati erano equivalenti a quelli ottenuti quando il paziente collegato alla macchina faceva il biofeedback su se stesso. In altre parole, l’effetto “mente-sopra-materia” dei pensieri dava gli stessi risultati fisici, che si trattasse del corpo del pensatore o di quello di qualcun altro.

Ciò suggerisce che le intenzioni di un’altra persona su di te, e anche i suoi pensieri quotidiani su di te, le tue abitudini e le tue capacità, possono tradursi in una profezia auto-realizzantesi, rivelandosi tanto potenti quanto il tuo “copione” su te stesso. Anche il nostro pensiero casuale sugli altri, così come il “copione” che abbiamo scritto su di loro, può diventare un’intenzione, e quindi va gestito con cautela.

La prova più interessante del “pensiero-come-malattia” viene dal lavoro di un team composto da moglie e marito, la psichiatra Jan Kiecolt-Glaser e il professore di virologia all’Ohio State University Ronald Glaser. Recentemente, essi hanno condotto un esperimento su 42 coppie sposate, di età compresa tra i 22 e i 77 anni. Tramite un dispositivo di suzione, hanno creato otto piccole vesciche sulle braccia dei vari coniugi, monitorando poi la guarigione di tali ferite nelle successive 24 ore.

All’inizio, alle coppie veniva chiesto di parlare di ciò che avrebbero voluto cambiare nella propria relazione matrimoniale, sotto l’assistenza di uno psicologo che faceva sì che l’incontro fosse positivo e costruttivo. Alla seconda visita in studio, alle coppie veniva chiesto di rivivere, in un certo senso, un litigio che aveva provocato forti emozioni, ma senza l’assistenza di un professionista.

Studiando i risultati, i Glaser scoprirono che le ferite nella seconda visita impiegavano un giorno intero per guarire. Nelle coppie litigiose e conflittuali, la guarigione impiegava il 40 percento di tempo in più.

La produzione di citochina – l’elemento chiave nel sistema immunitario per provocare la guarigione – intorno alla ferita era molto inferiore quando i partecipanti litigavano con il coniuge che quando erano sostenuti da un professionista. Inoltre, l’ostilità cronica metteva in circolazione molte più citochine proinfiammatorie, che potevano condurre a patologie degenerative come malattie del cuore, diabete, artrite e cancro (Arch Gen Psychiatry, 2005; 62: 1337-84).

I Glaser offrono solide prove biologiche – se ancora ne abbiamo bisogno – del fatto che una persona circondata da un conflitto psicologico non è sana come una persona circondata da relazioni amorevoli e di sostegno.

Ciò che i casi di SR suggeriscono, è che i pensieri nostri e di coloro che ci circondano la maggior parte del tempo ci guariscono o ci uccidono.

Recentemente, ho letto di studi che dimostrano quanto profondamente e rapidamente il cervello altera le sue funzioni e persino la sua struttura fisica in seguito a certe forme di pensiero: mi riferisco nello specifico, alla meditazione (Psychosom Med, 2003; 65: 564-70; NeuroReport, 2000; 11:1581-5). In poche settimane, le persone che pensano determinati pensieri alterano aree precise del cervello.

Ciò che questa ricerca lascia supporre è che il nostro organismo sia una sorta di Play-Doh [pasta da modellare, NdT] che viene plasmata dai nostri pensieri consci. La consapevolezza forma il nostro io fisico, e non il contrario. Se nel corso di tutta la vita il cervello può essere fisicamente trasformato semplicemente grazie a pensieri migliori, altrettanto vale per il resto del corpo.

La remissione spontanea può originare solo dalla plasticità dinamica ed energetica del corpo in quanto servitore della consapevolezza. Il migliore proposito salutare da ora in poi è incredibilmente semplice: risolversi ad avere pensieri felici.

Molto è stato scritto riguardo la cosiddetta “personalità del cancro”: in realtà, forse il punto sarebbe arrivare al cuore del cancro nella tua anima.

Lynne McTaggart è giornalista e autrice del libro bestseller The Field. Il suo ultimo libro è The Intention Experiment. Inoltre, pubblica varie newsletter sulla medicina alternativa e la spiritualità. Per ulteriori informazioni: www.livingthefield.com, www.theintentionexperiment.com

L'articolo è stato tradotto per gentile concessione di Lynne McTaggart e Living the field - Traduzione di Gagan Daniele Pietrini

mercoledì 2 aprile 2008

Se pensi...

Se pensi di essere un fallito, lo sei.
Se pensi di non osare, non osi.
Se ti piace vincere, ma pensi di non farcela,
E' praticamente sicuro che non ce la farai.

Se pensi di perdere, sei perso,
Stando là fuori, nel mondo,
scopriamo che
il successo comincia dalla volontà
e che tutto è racchiuso in un atteggiamento mentale.

Devi pensare in grande per diventare grande,
devi essere sicuro di te stesso
per poter conquistare la medaglia.
Le battaglie della vita non vengono sempre vinte,
dal più forte o dal più furbo,
E prima o poi l'uomo che vince
è l'uomo che è convinto di poter vincere!



ANONIMO

Perchè non inizi la tua giornata con questa bellissima frase:

"Io sono la mia persona preferita. Io mi amo totalmente in questo momento. Sono un'espressione divina e magnifica della vita!"

Love

SISTERS